È di qualche mese fa la nuova indagine annuale “Cegos Observatory Barometer” condotta da Cegos, multinazionale francese della formazione. La ricerca condotta nel 2021 denota interessanti sfaccettature, conseguenti un contesto attuale molto dinamico e complesso.
L’intento dell’indagine è stato quello di registrare i cambiamenti che hanno impattato sul mondo della formazione, anche e soprattutto a seguito della crisi sanitaria causata dal Covid-19 iniziata a marzo 2020, e capire come gestirli al meglio, arrivando anzi a valorizzarli.
Sono state messe a confronto realtà di Paesi diversi tra loro: a fianco di Italia, Francia, Germania e Spagna, la ricerca è stata estesa anche a Brasile e a Singapore, due paesi con una forte potenzialità di crescita nel settore, e ha coinvolto 365 manager delle direzioni Risorse Umane e 2643 impiegati, quadri e dirigenti.
Dall’indagine emerge soprattutto un dato chiaro: la pandemia ha stravolto il nostro approccio al lavoro, al business e alla formazione. Le relazioni a distanza, il modo di lavorare e di formarsi da remoto/ibrido, la flessibilità nella propria organizzazione quotidiana e le nuove competenze trasversali ormai imprescindibili: le priorità sono cambiate, così come il mindest di professionisti e manager.
A tal proposito, è emersa una nuova consapevolezza da parte delle aziende per quanto riguarda l’importanza di una nuova formazione: la pandemia e la conseguente instabilità che ha generato hanno evidenziato come sia ormai imprescindibile colmare eventuali gap formativi per poter affrontare i cambiamenti improvvisi al meglio.
È ormai noto che è diventato indispensabile per ogni lavoratore stare al passo con la nuova digital transformation che ha un impatto sulla produttività e la qualità del lavoro ormai in ogni settore, ma le competenze attualmente più richieste non riguardano solo queste e altre soft skills.
I tempi impongono di parlare invece di power skills, come la leadership, l’adattabilità, la creatività, la comunicazione, l’ascolto, il lavoro di squadra, la gestione del tempo e tutti quegli aspetti che hanno l’effetto di migliorare la produttività, soprattutto in un contesto votato a continui e forti cambiamenti.
L’adattabilità, forse la power skill da considerare ormai obbligatoria, è uno dei punti di forza delle persone cosiddette “multipotenziali”.
Nel 2015 la scrittrice e artista canadese Emilie Wapnick tenne un TEDx dal titolo “Perché alcuni di noi non hanno un’unica vera vocazione” che negli anni divenne virale, in cui esplorò le caratteristiche tipiche di persone che hanno interessi, passioni e vocazioni differenti.
Wapnick nel suo intervento ribalta alcuni dei consigli tradizionali per avere successo nella vita e nel lavoro e spiega che la strada della specializzazione non è sempre, necessariamente, la più valida o sicura.
Le persone multipotenziali dunque sono portate a trasformarsi in qualsiasi cosa bisogna essere in una data situazione, e in un mondo che sta cambiando in maniera così veloce e imprevedibile sono gli individui e le organizzazioni che scelgono di adattarsi per soddisfare i bisogni del mercato che crescono veramente.
È necessario dunque acquisire le giuste competenze per assecondare il cambiamento per assicurarsi un futuro pieno di soddisfazioni e nuove opportunità.
Quindi, benvenuta nuova era delle power skills!